Lo sai che il settore dell'edilizia è responsabile per circa il 40% dei consumi di energia e del 36% delle emissioni di CO2 nell'UE, ed è così il singolo maggiore consumatore di energia in Europa? ** Questo è quanto riportato dall'Unione europea, che ha riconosciuto l’impatto dei sistemi di condizionamento nel riscaldamento globale.
Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, l'UE ha creato un quadro legislativo che include la direttiva sul rendimento energetico degli edifici (EPBD) (2019/1019 / UE) e la direttiva sull'efficienza energetica (2018/2002 / UE).
Queste direttive mirano a promuovere le politiche che aiuteranno il settore dell'edilizia ad essere altamente efficiente dal punto di vista energetico e privo di emissioni di carbonio entro il 2050 - un obiettivo perseguito dal Green Deal europeo recentemente presentato - creando inoltre un ambiente in cui le decisioni di investimento possano essere prese, sia dai consumatori che dalle imprese, permettendo di fare scelte più informate per risparmiare energia, risparmiando allo stesso tempo denaro.
La direttiva sul rendimento energetico (EPBD) introduce misure specifiche per sostenere i governi e valutarne i progressi. Richiede che tutti i nuovi edifici debbano essere edifici a energia quasi zero (NZEB) al 31 dicembre 2020 e che parte di quell’energia utilizzata da questi edifici debba provenire da fonti di energia rinnovabile.
In questo contesto, è stata introdotta anche la certificazione energetica, che ha l’obiettivo di fornire informazioni ai consumatori sugli edifici che potrebbero essere interessati ad acquistare o affittare. Tra queste informazioni è prevista la presenza di un rating di efficienza energetica dell’edificio e una lista di miglioramenti da apportare per migliorarne l’efficienza.
I paesi dell'UE hanno inoltre istituito dei meccanismi di supporto per finanziare i lavori di ristrutturazione che rendono gli edifici efficienti dal punto di vista energetico. Infatti, ai sensi della direttiva EPBD, i paesi dell'UE possono fornire un elenco di misure nazionali per opportunità di finanziamento.
Ma gli sforzi dell'UE per rendere il settore dell'edilizia più sostenibile non si fermano a queste misure. L'UE ha inoltre introdotto le direttive sulla progettazione ecocompatibile e sull'etichettatura energetica (2009/125 / CE, ultima versione: 04/12/2012), che hanno fissato nuovi requisiti minimi per gli apparecchi di riscaldamento, nonché un'etichetta che possa classificare le loro prestazioni - APE in L'Italia, la Réglementation Thermique in Francia, la CEE in Spagna e la Energieausweis in Germania, sono tutti esempi di certificati di prestazione energetica.
Le direttive sull'ecodesign e sull'etichettatura energetica hanno implicazioni significative per i prodotti HVAC.
Valutano, ad esempio, l'efficienza energetica del prodotto, sulla base alle prestazioni energetiche stagionali piuttosto che in base alle condizioni di classificazione standard. In questo modo, hanno creato la necessità di una revisione degli standard dei prodotti, portando a una graduale eliminazione dei prodotti a minor consumo energetico.
Le pompe di calore rappresentano una delle tecnologie più interessanti quando si tratta sia di ridurre il consumo energetico degli edifici – e di conseguenza di ridurre le loro emissioni di gas serra - sia di rispettare questa nuova serie di direttive e regolamenti introdotti nell'UE. Le pompe di calore offrono un modo efficiente dal punto di vista energetico per fornire riscaldamento e acqua calda sanitaria agli ambienti. Stanno inoltre diventando un’opzione sempre più rilevante nel mercato Europeo a causa dell'aumento del prezzo del petrolio e dell'elettricità, oltre alla crescente preoccupazione per la situazione ambientale. Tutto ciò rende le pompe di calore soluzioni importanti per il mercato visto che rappresentano un'opzione più efficiente e più ecologica delle caldaie a gas.
Le pompe di calore, infatti, poiché riescono a trasferire energia termica da ambienti più caldi ad altri più freddi e possono inoltre invertire questo processo, assorbendo il calore da uno spazio freddo e rilasciandolo a uno più caldo, sono un'opzione molto più efficiente per il riscaldamento rispetto al riscaldamento a resistenza, ad esempio.
Una pompa di calore può generare da tre a cinque kilowatt di calore per ogni unità di energia che consuma. Poiché le pompe di calore non bruciano combustibili fossili durante la produzione di calore, generano molte meno emissioni di gas serra rispetto alle opzioni di riscaldamento convenzionali e, soprattutto, eliminano completamente una potenziale fonte di monossido di carbonio negli spazi climatizzati.
Le pompe di calore sono inoltre classificate come tecnologie rinnovabili perché possono fornire aria condizionata, riscaldamento e garantire la produzione di acqua calda sanitaria, sfruttando il calore accumulato nell'aria, nelle acque superficiali, nel sottosuolo e nelle falde acquifere, trasformando quindi quel calore che altrimenti non verrebbe utilizzato, in energia utile. Possono essere integrate facilmente anche con altre tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico e il solare termico, facilitando la creazione di sistemi ad alta efficienza energetica.
I numerosi vantaggi tecnologici dei sistemi a pompa di calore possono essere riassunti come segue:
- climatizzazione a ciclo annuale (riscaldamento e raffreddamento) e produzione di acqua calda sanitaria con un unico sistema;
- aumento dell'efficienza energetica e riduzione dei consumi;
- utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
- riduzione delle emissioni inquinanti nell'atmosfera;
- riduzione dei costi di gestione degli impianti;
- aumento della classificazione energetica dell'edificio e del valore della proprietà;
- accesso agli incentivi statali;
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** (https://ec.europa.eu/energy/en/topics/energy-efficiency/energy-performance-of-buildings/energy-performance-buildings-directive)